Oggi la nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare Umberto De Magistris, talentuoso chef, molto apprezzato e seguito sui social. Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Umberto, grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Ci parli un pò di te? Come sei approdato al mondo della ristorazione ?
Mi chiamo Umberto De Magistris e sono nato a Napoli da un’umile e amorevole famiglia di periferia.
La passione per la cucina ce l’ho da quando ho memoria.
Ero un bambino indomabile che al ristorante in un modo o nell’altro si intrufolava dalla sala, dietro le quinte della cucina…
Oggi la passione si è trasformata in un lavoro e una missione di vita.
Faccio questo mestiere da quando avevo 14 anni e l’unica cosa che sapevo era che essere un creativo significasse per me elaborare degli stimoli e trasformarli in qualcosa di nuovo. La cucina è l’arte che ho scelto fin da allora e che mi ha permesso di esprimermi sempre al meglio.
Senti un odore, vedi un colore…hai degli ingredienti in mano e poi sta a te far apparire un piatto buono, bello, che ti rappresenti e che rappresenti anche la tua storia. Per quello che la chiamo missione di vita.
La cucina deve essere una passione, un fuoco che ti brucia dentro, una vocazione.
Cosa significa per te cucinare? Dove trovi gli stimoli giusti per ideare e creare prodotti di qualità e quali sono secondo te le doti essenziali che non possono mancare in uno chef di successo?
L’Italia è un pease magnifico. Così ricco di storia, di arte, e di cultura. L’ISPIRAZIONE è tutta attorno a noi, basta essere una spugna e assorbire il più possibile di questa meravigliosa realtà. E per cosa è conosciuto il nostro paese principalmente? per la cucina! Perchè la cucina è quel pezzetto di storia che assaporiamo tutti giorni. E se ci pensi bene come potrebbe essere altrimenti? Siamo una penisola ricchissima. Contornati dal mare il pescato fresco è sempre garantito. Abbiamo carni pregiate, un clima che permette la coltivazione di frutta e verdura, nonchè di viti e uliveti che ci caratterizzano sullo scenario internazionale. La materia prima non ci manca e non è mai mancata. E in più da Italiani abbiamo affinato tecniche di lavorazione fantastica di questa materia prima…basti pensare a prodotti d’eccellenza quali aceto balsamico stravecchio..culatelli e parmigiano stagionati…per non parlare della mozzarella.
La mozzarella che facciamo a Napoli è poesia!
Come chef penso che non si possa fare a meno di mangiare e nustrirsi, certo, ma quello che mangiamo da nord a sud dice chi siamo. Evidenzia così l’atto di cucinare come la celebrazione per eccellenza della nostra storia e delle nostre tradizioni in una forma creativa e artistica. Avere questa consapevolezza e rispetto per ciò da cui veniamo è il futuro che stabilisce dove andremo e dove avremo successo.
Sei molto seguito ed apprezzato sui social. Stai seguendo dei progetti a cui tieni particolarmente? Come riesci a conciliare il profilo “social” con quello lavorativo?
Il profilo social ad oggi è un vero e proprio curriculum. Non è cambiato molto in realtà.. prima i curricula si stampavano, oggi li trovi online con un click. Col vantaggio che prima per incontrarsi bisognava programmare, fare… oggi invece tac! Videocall.
Tac! Instastory.
La vita in cucina è una vita dietro alle quinte, il rapporto col tuo pubblico non è mai diretto, non siamo noi a portare il piatto a tavola al cliente e guardare la loro espressione mentre lo assaporano.
I social ci consentono un rapporto più intimo e diretto con i nostri fans. E questo è bellissimo e appassionante.
Sono molto grato a instagram per questo, e sia nel mio lavoro privato come mediterranean_chef, sia come chef ambassador per La Vecchia Dispensa con la quale collaboro, mi sento appagato e stimolato dai rapporti umani ai quali il mondo dei social è capace di aprirti.
Ti senti di ringraziare in particolare qualcuno che ti ha seguito o appoggiato nel tuo percorso professionale? Quali sono stati i momenti più difficili del tuo percorso?
Ringrazio i miei maestri Raffaele Grosso e Lino Scarallo che oltre ad insegnarmi un mestiere hanno impiantato in me il seme della curiosità. Per la vita, per il meraviglioso mondo del food e delle sue trasfigurazioni artistiche.
Ringrazio la mia famiglia per essere la mia colonna portante. Perché grazie a loro non c’è nulla che temo di affrontare. Non c’è sfida che io non desideri accettare.
E ringrazio la mia meravigliosa compagna Maddalena che mi sprona sempre a superare i miei limiti e fare meglio. In qualsiasi cosa, lei mi stimola sempre a non accontentarmi, a dare il 200%. Ed è proprio questo il tasto dolente per ogni chef, credo. La vita personale è sempre sacrificata, è qualcosa che va messo in conto e basta. Ma io mi considero un uomo fortunato nonostante questo.
La domanda è un po’ indiscreta, ma, la tua professione ti rende felice? Se si, quali aspetti cambieresti del tuo lavoro? Cosa consiglieresti ai giovani che intendono avvicinarsi al mondo della ristorazione?
Questa domanda è molto giusta, me la fanno in tanti, sopratutto le persone a me vicine che vedono i sacrifici e la stanchezza che accompagnano ogni mia giornata.
I Latini dicevano “per aspera ad astra” no? Ed è così la vita, e anche il mestiere dello chef. Col vantaggio che attraverso le avversità non ci passi da solo, c’è tutta la squadra con te. Siamo tutti singoli che fanno parte di qualcosa di più grande di loro, e questa consapevolezza ti da la carica per affrontare qualsiasi cosa. Ai giovani direi che la cucina è cultura e comunicazione. Anche nel suo aspetto più artistico essa è connessa in modo radicale alla Storia. Trasmette un messaggio. Quindi ragazzi non dimenticate mai questo. Non dimenticate che quello che create oggi rimarrà nella storia. Cercate di lasciare sempre un messaggio positivo che sopravviverà a voi, e che verrà trasmesso dalle generazioni future. Ed è per questo ho fatto del tema della cucina etica il mio stile di vita, e la mia impronta da chef.
– – Lo chef Umberto De Magistris è Chef Donor del progetto “Uno Chef per amico” – –
17 giugno 2021
Redazione DolciEccellenze