a cura di Alessandro Iacoboni
Oggi la nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare Rubina Rovini: chef, brand ambassador e food consultant, molto seguita ed apprezzata . Ecco cosa ci ha raccontato.
Ciao Rubina, grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Ci parli un pò di te e dei tuoi esordi in cucina? Quali sono stati gli step fondamentali che ti hanno condotto alla popolarità?
Grazie a voi! Ho sempre avuto una passione viscerale per la cucina, come canale di comunicazione non verbale dalle strade infinite. Come tutti gli appassionati ho iniziato da piccola, studiando in adolescenza da autodidatta e facendo corsi amatoriali. Ho cambiato vita a 33 anni, lasciando la mia carriera da bancaria per iniziare il mio percorso professionale. Prima dalle basi per la qualifica di aiuto cuoco, stage nei ristoranti e esami scritti e pratici. Successivamente ho iniziato il percorso all’Accademia di Alta Cucina Cordon Bleu, dove ho iniziato a farmi le ossa in ristoranti stellati come stagista e studiare teoria e pratica in aula.
Il mio percorso di studi è stato fondamentale per conoscere tecnicamente e praticamente il mondo della ristorazione e della cucina professionale. La popolarità è arrivata successivamente, partecipando a Masterchef Italia.
Dunque provieni da mondi “alieni” alla cucina (settore finanziario). Come hai trovato gli stimoli e il coraggio che ti hanno condotto alla tua “nuova vita”?
La carriera finanziaria è stata una strada indicata dalla mia famiglia. I miei desideri e la mia felicità però avevano strade ben diverse, che con una riflessione ponderata mi ha portata a cambiare vita. Ero perfettamente cosciente del salto nel buio, ma ero pronta a tornare a preparare cappuccini, insegnare danza classica, in caso le cose fossero andate male. Non ho mai avuto la certezza di farcela, ma allo stesso tempo non ho mai avuto paura di cercare la felicità, con il rischio di fallire e trovare un’alternativa.
Sei molto attiva e seguita anche sui social. Quanto è dura (se lo è) la vita di un influencer? Quanto tempo dedichi alla divulgazione sui social? E quanto è importante oggi la promozione di se stessi “in rete”?
I social sono ormai una componente da non trascurare, in ogni settore lavorativo. Dall’essere avvocato, commercialista, ad essere influencer lifestyle o food, attraverso i social abbiamo la possibilità di farci conoscere ad un pubblico ampio, fisicamente lontano da noi, per promuovere la nostra professione, le nostre idee, la nostra immagine pubblica. Come tutte le piattaforme è un boomerang, se non usata nel modo corretto può creare danni al nostro lavoro e alla nostra persona.
Sono content creator per i brand, ma per mantenere attiva le mie pagine investo tempo, risorse ed energie per costruirne altri. Dedico una settimana al mese ai miei contenuti social.
Si sa, il cibo è cultura e comunicazione…quanto è importante una corretta divulgazione dei nostri prodotti e delle nostre eccellenze ai fini della tutela del Made in Italy?
E’ la base della nostra cultura, delle nostre origini. Possiamo essere attratti da culture lontane, ingredienti innovativi, piatti ricercati e futuristici, ma un piatto che lascia un ricordo nel cuore ha sempre una componente di tradizione, per noi quella italiana. Per questo possiamo integrare le nostre origini con ingredienti innovativi, che diano un valore aggiunto alla tradizione.
Ti senti di ringraziare in particolare qualcuno che ti ha seguito o appoggiato nel tuo percorso professionale? Quali sono stati i momenti più difficili? E quelli più belli?
Mi sento di ringraziare a cuore aperto Antonino Cannavacciuolo, per avermi aperto la cucina di Villa Crespi appena uscita da Masterchef, per farmi le ossa nel mondo della ristorazione. Avevo bisogno di colmare le lacune fra studi, show televisivo e la vita reale in cucina, lui mi ha dato la possibilità di colmarle.
Momenti difficili ce ne sono stati tanti, cambiare vita per entrare in un mondo nuovo come la ristorazione non è una strada facile, ma non ho mai perso la voglia di raggiungere la mia felicità, anche nei momenti in cui sembrava lontana.
I momenti più belli sono sempre stati in cucina, durante le docenze, gli eventi, le stagioni nei ristoranti estivi; perché il lavoro, il contatto con le persone, la danza dei cuochi in cucina per me sono gioie immense.
Quali sono le caratteristiche essenziali per diventare uno chef di successo? E cosa ti senti di consigliare ai giovani che intendono avvicinarsi al mondo della ristorazione?
Mi sento di dire: disciplina, determinazione, ma anche calma e amore verso il proprio sogno, senza aver paura di lavorare. La cucina regala grandi soddisfazioni, ma ha bisogno di una parte importante di noi, dobbiamo capire se siamo disposti a metterci in gioco. Ai giovani consiglio, prima di iniziare qualsiasi percorso o cambiamento radicale, di fare un’esperienza da stagista, lavapiatti o semplice spettatore in una cucina. Solo dopo aver visto con i loro occhi ciò che è la ristorazione possono valutare se iniziare il loro percorso di studi, che non finirà mai.
27 novembre 2021
Redazione Dolci Eccellenze