La nostra redazione ha incontrato la Pastry Chef Gaia Albertoni, professionista scrupolosa e di valore. Le abbiamo posto alcune interessanti domande.
Gaia, parlaci un pò di te. Come sei approdata al mondo della ristorazione e della pasticceria?
Sono nata e cresciuta a Roma, ho finito il liceo Scientifico e già lavoravo come cameriera in un ristorante vicino casa e, la voglia di non stare ferma, di mettermi alla prova, di rendermi utile, mi ha portata a interrompere gli studi universitari e a ritrovarmi nella cucina di un grande ristorante. Ho iniziato da zero, lì ho appreso le basi della pasticceria ed il resto è venuto da sé …. più imparavo, più cresceva la mia curiosità. Da autodidatta provavo sbagliavo e riprovavo, ho comprato libri su libri e dopo pochi anni ho iniziato frequentare corsi professionali a Brescia e a Milano durante i quali mi sono totalmente innamorata della pasticceria e di tutto il suo mondo.
Cosa significa per te la pasticceria? Dove trovi gli stimoli giusti per ideare e creare prodotti di qualità e quali sono secondo te le doti essenziali che non possono mancare in un pasticcere di successo?
Per me la pasticceria è prima di tutto una passione, amore, rispetto per le materie prime unito a tecnica e ricerca continua. Penso che sia l’espressione di noi stessi, di una nostra idea o modo di essere attraverso un dolce, come un messaggio che riceve velatamente il cliente.
Gli stimoli arrivano da tutte le parti: da un ricordo, da un’opera d’arte, da una sensazione o da un semplice ingrediente. Sta alla nostra capacità elaborarli e renderli concreti.
Più che di pasticceri famosi parlerei di “grandi” pasticceri che sono anche grandi maestri e professionisti che con costanza, sacrificio ed umiltà dedicano il loro tempo alla pasticceria e condividono il loro sapere. Dei veri e propri esempi da cui trarre ispirazione. I riconoscimenti e la notorietà sono la conseguenza del loro lavoro e della loro genialità.
Sei molto attiva ed apprezzata sui social. Quanto conta oggi la cura dell’immagine e la promozione del prodotto sui social per un pasticcere?
I social per me contano moltissimo: oggi non siamo più solo persone fisiche ma anche followers, nickname, influencer, se non fotografi e youtuber. I social accorciano le distanze tra persone “famose” e persone” normali”, ma danno anche la possibilità alle persone “normali” di far vedere il proprio lavoro e la propria vita.
Nonostante io abbia poca dimestichezza con l’uso dei social, penso sia importante promuoversi e promuovere ciò che si fa, oltre a condividere idee ed esperienze con chi è interessato.
Hai avuto dei riflessi negativi sulla professione dovuti a questo nuovo coronavirus? Ha influito sul tuo modo di approcciarti alla professione?
No, non direi negativi ma piuttosto diversi. Sicuramente molti disagi soprattutto iniziali. Come succede nei cambiamenti bisogna poi adattarsi ad essi, cambiare modo di approccio al lavoro ma anche nella vita, senza comunque abbassare le proprie aspettative.
Sento che in questo momento così delicato si predilige di più il bisogno di sicurezza anche in pasticceria, di sapori legati alle tradizioni familiari, di semplicità non banale, come potrebbe essere un abbraccio di un nonno. Durante la quarantena ho scoperto quanto mi mancasse il biancomangiare.
Quali sono i tuoi sogni e le tue ambizioni per il futuro? La domanda è un po’ indiscreta, ma, la tua professione ti rende felice? Quali aspetti cambieresti del tuo lavoro?
Sì, il mio lavoro mi rende felice ma non mi sento mai “arrivata”. Penso che di per se questa professione spinga alla ricerca ed al cambiamento. Continuerò a studiare ed a frequentare corsi perché non c’è fine alla curiosità ed al sapere. Vorrei conoscere altre realtà lavorative e mettermi sempre alla prova, ma anche condividere la mia esperienza e la mia passione. Ho tanti sogni e progetti e tutti hanno come base la mia crescita personale e lavorativa.
16 novembre 2020
Redazione DolciEccellenze