Oggi la nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare Laura Panarese, talentuosa chef di grande esperienza e food designer. Scopriamo cosa ci ha raccontato!
Ciao Laura, grazie per aver accettato l’invito della nostra redazione. Ci parli un pò di te? Come ti sei appassionata al settore “food”?
La cucina è sempre stata in me sin da bambina. Mio padre e mia nonna, le mie radici, mi hanno trasmesso questo amore grande senza fine. Amo l’arte sono creativa e perfezionista, ogni piatto per me e’ un’opera da guardare per poi essere gustata tutta fino all’ultimo ingrediente.
La mia cucina parte dalla tradizione come dovrebbe essere fatta, di ingredienti semplici.
Le farine ed i grani antichi fanno parte di me. Spesso o quasi sempre preparo la pasta in casa, preparando dei piatti della tradizione oppure qualcosa di più innovativo.
Ho iniziato i miei studi in Italia per poi finirli in Nord America (Canada) dove lavoravo e studiavo, fino a realizzarmi professionalmente diventando Manager di un’azienda multinazionale che mi consentiva di viaggiare per lavoro tra Nord America e Stati Uniti.
Dopo un po’ di anni ho dato svolta alla mia vita professionale seguendo il mio più grande amore LA CUCINA, frequentando l’Accademia del grande e unico Maestro Gualtiero Marchesi a Milano e studi con con lo chef stellato Igles Corelli in Emilia Romagna e con la sfoglina Rina Poletti e poi tanti altri fino a perfezionarmi. Non contenta ho cercato di approfondire e conoscere ancora di più andando a Roma e specializzarmi sui piatti straordinari tipici della tradizione romana con lo chef Daniele Ciaccio di Assaggia Roma.
Ci parli un pò del tuo percorso da Chef? Quali sono le caratteristiche salienti di un piatto “perfetto”?
Durante il mio percorso professionale in Italia sono stata ambasciatrice insieme ad una mia amica chef per la pasta di Matera cucinando per tre giorni per un evento sotto le stelle di Stigliano rappresentando nei piatti la citta’.
Nel mio percorso in Italia pubblicavo ogni mese le mie ricette su un magazine della ciociaria rappresentandoli con i miei piatti usando i loro prodotti d’eccellenza.
Trasferita in Canada due anni fa per diventare chef a Speducci Mercatto lavorando insieme ad un grande amico Maestro e chef romagnolo Gabriele Paganelli approfondendo ed amando ancora di più’ la mia passione.
A Toronto ho avuto l’onore di diventare madrina per la pasta Felicetti Canada, una pasta d’eccellenza da me sempre usata.
Sono insegnante di cucina della mia tradizione in uno studio di cucina a Toronto “Cucinato studio”
Le Caratteristiche di un piatto perfetto sono la conoscenza delle basi e soprattutto della tradizione infatti dico sempre “ non bisogna eccedere, servono solo tre e pochi ingredienti di qualità’ e di stagione ed un pizzico di fantasia” per avere la perfezione.
Quella del Food Designer è una figura sempre più apprezzata. Quali sono gli aspetti salienti di questa professione? Ti senti di ringraziare qualcuno in particolare che ti ha aiutato o valorizzato nel tuo percorso professionale o nella vita in generale?
Come detto in precedenza sono un’appassionata d’arte, ogni mio piatto rappresenta un percorso della mia vita dipingendo le mie emozioni con ingredienti semplici, rinnovando ogni tanto rendendo il piatto al passo coi tempi ma sempre mantenendo la semplicità e valorizzando ogni singolo ingrediente.
Mi sento di ringraziare soprattutto le mie radici dove mi hanno trasmesso da sempre questo amore e professionalmente tanti veramente tanti MAESTRI della grande cucina Italiana e me stessa per amare ogni giorno di più il mio lavoro.
La cucina si sa, è passione ed amore. Il coronavirus ha stravolto molti degli aspetti della nostra vita. Quali sono stati i riflessi di questi cambiamenti nel versante della comunicazione per il settore food? E come traghettare messaggi di positività ed ottimismo attraverso i piatti che cuciniamo o proponiamo?
Diciamo che ha sconcertato un po tutti , sembra di rivivere il passato quello che sentivo raccontare dai miei nonni,quando mi parlavano di fatti relativi alla guerra.
Una guerra invisibile e difficile da sconfiggere, come si stesse vendicando dell’uomo .
Ci saranno dei cambiamenti sostanziali nella ristorazione, bisogna trasformarla in meglio mettendo in atto tutto ciò che essenziale senza sprechi a livello economico.
Come dice un Grande Chef Davide Oldani , per prima cosa ricordarsi che senza clienti noi, cuochi e ristoratori , non esistiamo: il nuovo corso deve partire da lì.
Bisognerà’ impegnarsi molto.
C’è qualche aspetto che cambieresti del tuo lavoro ? E quali sono i tuoi sogni e le tue ambizioni per il futuro?
Ora come ora non cambierei nulla del mio lavoro, anzi mi ritengo fortunata ed ancora più forte per affrontare il nuovo percorso che verrà’.
Sogni e progetti ne ho tanti nel mio cassetto, cerco sempre di fare un passo per volta, ogni giorno e’ un nuovo percorso fatto di ostacoli e tante conoscenze.
“La cucina ben fatta come ogni cosa ben fatta non ha scorciatoie.”
Se arrivi al traguardo troppo presto o troppo facilmente, ti sei perso qualcosa per strada.
3 febbraio 2021
Redazione DolciEccellenze